Roma, 1 giu. (Adnkronos Salute) - Il vaiolo delle scimmie "è una malattia a bassa contagiosità, i casi a livello internazionale è inevitabile che potranno anche aumentare però noi ci aspettiamo che progressivamente la numerosità si riduca fino alla scomparsa della malattia. Questo se viene fatta una diagnosi precoce e chi è contagioso eviti di esporre altre persone al rischio. Ma anche 100 casi all'interno di un paese non vuole dire che c'è un'epidemia che possa coinvolgere i turisti, sono casi sporadici. Certo se oggi c'è chi pensa di avere rapporti sessuali promiscui in un paese dove sono presenti tanti casi, qualche rischio lo corre. Ma anche prima del vaiolo delle scimmie c'erano malattie a trasmissione sessuale". Lo afferma all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), tornando sulla situazione epidemiologica del vaiolo delle scimmie e i rischi correlati all'inizio dell'estate e dei viaggi.
2024-11-06 21:34:55