"Nel nostro Paese non esiste nessun Grande Fratello" e proprio perché "l'attività dell'informativa non ha nulla a che vedere con l'intelligence, nulla che possa essere schedatura, dossieraggio, di persone", ecco la decisione che si reclamava da più parti per porre fine alle tante polemiche scaturite nei giorni scorsi a seguito della pubblicazione sul Corriere della Sera dei contenuti del bollettino. Il sottosegretario con delega ai servizi segreti Franco Gabrielli (oggi in conferenza stamopa da remoto per aver contratto il Covid) ha optato per la desecretazione del 'Hybrid Bulletin', il documento sulla disinformazione nel conflitto russo-ucraino a cura del Dis con i contributi di Aise, Aisi e Maeci.
All'interno del quale si citano le attività di diversi soggetti ormai noti nell'orbita delle opinioni e attività filorusse, non solo nelle tv (anche italiane) ma soprattutto sui social, con influencer e opinionisti, oltre che su larga scala attraverso gruppi facebook, twitter e telegram. Per questo di recente il bollettino era stato "esteso anche al Dipartimento dell'Informazione e dell'Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Mise, all'Agenzia per la cybersicurezza nazionale e all'Agcom. Di ciò è dato conto in tutte le relazioni periodiche al Parlamento", sostiene il sottosegretario, garantendo che tutte le informazioni contenute sono "fonti aperte".
Parla di "perdurare di una campagna diffamatoria circa una presunta attività di dossieraggio" che ritiene "in realtà inesistente" da parte dell'intelligence, Franco Gabrielli, stando alle risultanze di tale documento. Poi tiene a ribadire che "ho sempre sottolineato che unico antidoto alla disinformazione è la libertà di pensiero". Diverso sarebbe se dietro certi canali di informazione ritenuti filo-russi si nascondessero anche dazioni in denaro sul quale Gabrielli invita a non abbassare la guardia. Nulla a che vedere però con le info contenute in questo bollettino, il quarto da febbraio a oggi e di tutti - garantisce - "ne era a conoscenza il presidente del Consiglio Mario Draghi" attraverso il suo staff. "L'attività dell'informativa non ha nulla a che vedere con l'intelligence, nulla che possa essere schedatura, dossieraggio, di persone", specifica Gabrielli, distinguendo tra "monitoraggio" e "interpretazioni che possono derivarne", per questo "nessuno tantomeno il governo ha oggetto di investigare sulle opinioni delle persone". Nel documento non compare il nome dell'allora presidente della Commissione esteri del Senato, Vito Petrocelli (al pari di Alessandro Orsini, anch'egli citato dall'articolo), che in merito alle prime notizie diffuse parlò di "lista di proscrizione".
"Il suo nominativo non compare in nessun tipo di investigazione, come non compaiono i nominativi contenuti in questo bollettino", incalza il sottosegretario. Prima di titolare a chiare lettere: "Posso dirlo senza se e senza ma: sotto investigazione non ci sono né giornalisti e nemmeno politici. L'ho detto in maniera chiara anche quando si era parlato del viaggio di Salvini in Russia. Non sono attività che riguardano i servizi di intelligence". Petrocelli stamattina aveva scritto al presidente del Senato Elisabetta Casellati, lettera poi recapitata al presidente del Copasir Adolfo Urso.
Stando a Gabrielli, il Copasir aveva ricevuto il documento già il 3 giugno ed evidentemente anche per il presidente Urso non esisteva la necessità di tenerlo secretato, tanto che la decisione di oggi sulla declassificazione è stata apprezzata dallo stesso Urso, lasciando trapelare da fonti che lo stesso Urso "appena preso atto dei contenuti del documento aveva consigliato all'Autorità fonte della classificazione di declassificarlo per porre subito fine a ogni polemica". Lo lascia intendere anche lo stesso Gabrielli, secondo il quale i contenuti e il livello più basso di secretazione dovrebbero far capire di quanto basso sia considerato dagli 007 italiani il rischio sicurezza su questo fronte.
Il monitoraggio odierno offre tuttavia una fotografia delle opinioni e delle informazioni ritenute filo-russe, oltre a un interessante rilievo sul fatto che tra le tendenze emerse più di recente vi sarebbe "una inversione di trend della disinformazione russa, la quale ha subito un forte rallentamento nella sua intensità e l'adozione di una postura difensiva" del Cremlino e "un generale rallentamento anche nelle attività di influenza cinesi".
2024-11-06 08:50:31