“Ogni giorno che passa favorisce Mosca”. È questo il verdetto definitivo pronunciato dal professor Andrea Margelletti nel corso della puntata di Omnibus, andata in onda lunedì 30 maggio su La7. L'ospite della conduttrice Alessandra Sardoni ha spiegato le motivazioni che lo inducono a credere in un andamento della guerra in favore dell'esercito di Vladimir Putin: “Gli ucraini sono infinitamente meno dei russi, si battono senza sosta da tre mesi, sono stremati. Per l'esercito di Mosca non è la stessa cosa, perché anche se perdono centinaia di persone ogni giorno per loro non rappresenta un problema”. Inoltre, ha dichiarato il presidente Ce.S.I, (Centro Studi Internazionali), “per quanto uno possa aiutare militarmente l'esercito, se non ci sono le risorse umane per poter utilizzare le armi è tutto inutile”.
Quel che resta dell'apparato militare ucraino schierato nel Donbass è ormai alle corde, martoriato dalle avanzate di Mosca. È un quadro preoccupante quello illustrato da Margelletti: “Dall'inizio del conflitto gli obiettivi dichiarati di Vlaimir Putin non sono né Luhansk né il Donbass, bensì la ridefinizione geopolitica dei confini europei. Se riescono a chiudere l'esercito ucraino nel Donbass e poi ad annientarlo, davanti a loro poi c'è il nulla, sono incontrastati nella strada verso Kiev”. È chiaro che più il tempo scorre, più la resistenza vacilla: “Le notizie che arrivano sono tutte positive per la Russia. Sanno che noi li finanziamo e siamo i loro migliori alleati, e sanno anche che la Nato non può intervenire militarmente”.
Un altro fattore sul quale il leader del Cremlino può fare affidamento è l'appoggio della Chiesa ortodossa russa. Un dettaglio non di poco conto, che spesso non viene preso in considerazione secondo Margelletti: “Fino a quando la Chiesa russa continuerà a dire che questa è una missione santa sarà dura. La religione è uno dei pilastri fondamentali delle politiche di Putin, non si sa per quale motivo non se ne parla mai. Se non ci fosse il suo supporto la popolazione avrebbe un momento di turbamento”. In più la Russia sembra un blocco unito, mentre il fronte occidentale deve fare i conti con differenti opinioni relative alle diverse esigenze nazionali. Per tale ragione, conclude l'ospite di Omnibus, “loro hanno tempo di aspettare che le piccole venature che esistono tra i paesi occidentali diventino spaccature”.
2024-11-07 08:51:40