Sul rogo di Malagrotta, oltre che per incendio colposo, ora la Procura indaga anche per inquinamento ambientale, mentre Arpa ha avviato i campionamenti sulle acque superficiali e sul terreno nell'area di potenziale massima ricaduta delle emissioni generate dal rogo. Una superficie che va da Ostia Antica a Garbatella, fino a sfiorare Trastevere e il centro; a sud si estende fino a Mostacciano e alla tenuta presidenziale di Castel Porziano. Arpa aggiunge che «l'istituto zooprofilattico e la Asl procederanno al monitoraggio sulle colture e sugli allevamenti zootecnici».
Nell'acqua e nel terreno si cercano diossine, PCB (policlorobifenili) e IPA (idrocarburi policiclici aromatici) derivanti dalla combustione. Le stesse sostanze inquinanti che vengono monitorate nell'aria, insieme alle polveri sottili, fin dalle prime ore successive allo scoppio dell'incendio. Nel primo campione atmosferico analizzato da Arpa per diossine, Ipa e Pcb, e sul secondo campione per diossine, i valori rientrano nei limiti di riferimento. I risultati relativi al 16 giugno, sul particolato, mostrano tuttavia un aumento di concentrazione di PM10 e PM2.5: nella centralina di Malagrotta sono quasi raddoppiate rispetto al giorno del rogo e sono aumentate anche nelle due stazioni di Fiumicino. Questo avviene, spiega Arpa, perché sta venendo meno la spinta verso l'alto tipica delle prime fasi dell'incendio. La qualità dell'aria, quindi, al momento non allarma eccessivamente. È attesa per le prossime ore una nuova ordinanza del sindaco di Roma che potrebbe persino mitigare le prescrizioni e i divieti previsti nell'atto precedente, firmato subito dopo l'incendio.
Sul fronte rifiuti il Campidoglio procede a marce forzate per cercare di limitare al minimo la ricaduta sulla raccolta. Ad oggi Roma Capitale è in deficit di 8.100 tonnellate di indifferenziato a settimana, pari alla quota complessiva che veniva trattata dagli impianti di E.Giovi a Malagrotta. Incassata la disponibilità di Rida Ambiente ad accogliere ad Aprilia buona parte delle 900 tonnellate al giorno che trattava il Tmb 2, danneggiato e inutilizzabile, l'idea è quella di coprire la restante esigenza riattivando il Tmb 1, rimasto indenne e in grado di trattarne circa 3.600 a settimana. Per farlo ripartire, si spera già lunedì, serve il via libera della Asl che deve esprimersi sulla salubrità dell'ambiente per i lavoratori. Tra giovedì e venerdì, con un'altra ordinanza, Gualtieri ha stabilito in quali impianti portare parte dei rifiuti in esubero, per evitare che si accumulino in strada: 400 tonnellate al giorno andranno allo stabilimento Ama di Ponte Malnome, non lontano dal sito di Malagrotta; altre 150 prenderanno invece la strada per Acilia e verranno stoccate nel centro di via dei Romagnoli, sempre di Ama. Il provvedimento sarà valido per massimo 60 giorni. Il Municipio X cerca di rassicurare la popolazione: «Abbiamo avviato un coordinamento con Ama per un monitoraggio costante e per valutare le eventuali azioni da mettere in atto per la tutela dell'ambiente, il territorio e i cittadini».
2024-11-06 00:16:40