“Cosa vuole Zelensky?”. Andrea Scanzi, ospite venerdì 27 maggio di "Otto e Mezzo", il talk preserale di LA7, sollecitato da Lilli Gruber sulle possibilità di un negoziato tra Ucraina e Russia e sul futuro del presidente ucraino Volodymyr Zelensky raccoglie l'assist dello storico Franco Cardini e rilancia: “Ha ragione Cardini quando dice che è un bravo guitto, lo si vede nei collegamenti e nelle interviste. Fa propaganda, a volte titilla il cuore, a volte la pancia, a volte stimola la solidarietà e altre volte chiede un aiuto così totale alla Nato e all'Occidente che scoppia la terza guerra mondiale”.
Come altri osservatori, Scanzi non ha dubbi sulla potenza mediatica di Zelensky - appannata e inadeguata a questa nuova fase del conflitto – ma ce li ha sulla sua capacità politica. “Fino a tre anni fa, faceva serie televisive in Ucraina, non è che all'improvviso diventa Churchill. Io non ho ancora capito fino in fondo cosa vuole. So cosa vuole Putin, ma non lui. Se crede che la trattativa sia concedere una neutralità vaga, ma non cedere il Donbass e la Crimea, allora la guerra dura altri 10 anni”.
Perplessità sulla solidità politica del presidente ucraino ne ha anche il direttore di Limes, Lucio Caracciolo: “E' stato coraggioso perché non è scappato a Leopoli come gli avevano consigliato gli americani all'inizio, ma mi sembra più l'uomo della prima fase che quello che decide come finisce la guerra. La sua comunicazione non funziona più né in Occidente né in Ucraina dove gli oligarchi, che controllano l'economia, non hanno mollato la presa”.
Per Caracciolo, la linea dura di Zelensky non ha nessuna definizione precisa: “Vorrebbe mantenere l'integrità territoriale però è abbastanza improbabile. Nel momento in cui si passerà al negoziato vero, e credo che siamo vicini, potrebbe essere scavalcato”. Da chi? “Dagli americani, gli stessi che finora lo tengono su” conclude assertivo Caracciolo.
2024-11-07 20:43:27