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La conferma di Vaia allo Spallanzani e l’integrità della regione Lazio


Link [2022-03-31 08:32:48]



L’Italia dimostra di essere il vero paese delle opportunità. Il 6 aprile all’Istituto Spallanzani si terrà la “Giornata nazionale per l’integrità in Sanità”, organizzata dalla ong anti-corruzione Transparency International e con ospite d’onore il presidente dell’Anac (Autorità anticorruzione) Giuseppe Busia. Ad aprire i lavori ci sarà il direttore generale dello Spallanzani Francesco Vaia. E qui l’ironia della sorte è doppia.

 

La prima è che Vaia è un esperto della materia, non nel senso che si può immaginare, ma perché da dirigente sanitario è stato protagonista a inizio anni ‘90 di decine di casi di corruzione, poi patteggiati. Negli anni Ottanta Vaia è un militante del Partito socialista che diventa manager della sanità per caso: come ricompensa per la mancata candidatura alle elezioni provinciali (il partito gli preferì Luigi Cesaro aka Giggino a’ purpetta) nel 1991 venne nominato amministratore della Usl 41 di Napoli: è in quel ruolo che diventò un collettore di tangenti, in un contesto in cui, come diceva Rino Formica, “il convento è povero, ma i frati sono ricchi”. Ora che i conti con la giustizia sono in pari, al convegno sull’“integrità in Sanità” Vaia potrà sicuramente offrire sulla corruzione un punto di vista informato e diverso da quello degli altri esperti.

 

L’altro aspetto ironico della faccenda è che Vaia non sa se per il 6 aprile, il giorno del convegno, sarà o meno direttore generale dello Spallanzani. La vera partita se la gioca oggi. La regione Lazio ha infatti aperto a gennaio il bando per il ruolo di Dg dell’Ircss Spallanzani. Vaia, che ricopre il ruolo ad interim, sarebbe fuori dalla corsa non tanto per i suoi precedenti – che non gli hanno impedito di arrivare dov’è – ma perché ha 68 anni, ossia tre in più del limite di età. Ma è successo che a novembre 2021 un emendamento presentato da Italia Viva ha innalzato la soglia per il ruolo di direttore generale, guardacaso, proprio a 68 anni fino alla fine dello stato di emergenza. Una di quelle norme ad personam che si fanno quando non vuoi farti scappare un luminare del calibro di Rita Levi Montalcini o Renato Dulbecco. Solo che in questo caso si tratta di Vaia. Pertanto il 31 marzo, ossia oggi, è l’ultimo giorno utile per poter confermare il medico napoletano alla guida dello Spallanzani e proprio oggi, sempre casualmente, il tema verrà discusso in consiglio regionale.

 

Vaia ha dalla sua parte un importante e improbabile alleato, l’assessore alla salute del Lazio Alessio D’Amato. Improbabile perché D’Amato nel suo libro dedicato alla malasanità (“Lady Asl”), in tre pagine velenosissime chiamava Vaia “Fransceschiello” e lo definiva “una vera e propria cariatide della Sanità pubblica” sciorinando un lungo elenco di condanne e vicende giudiziarie. Poi D’Amato ha  cambiato idea. Tra lui e Vaia è nato un sodalizio che ha avuto come terreno di incontro politico-scientifico il vaccino russo Sputnik. Il medico certificava l’efficacia del vaccino di Putin e l’assessore si offriva di produrlo nel Lazio, anche se non c’era l’autorizzazione dell’Ema. Il 13 aprile 2021 la regione Lazio approvò un memorandum tra lo Spallanzani, l’istituto russo Gamaleya e il Fondo sovrano russo per la sperimentazione del vaccino russo e l’accesso all’ampia banca dati dello Spallanzani. Lo scorso 20 gennaio l’istituto romano ha pubblicizzato i risultati dei test condotti con l’ente moscovita, definendoli “estremamente incoraggianti”. Lo studio – che presenta evidenti limiti scientifici, come ha evidenziato Enrico Bucci sul Foglio – sostiene l’efficacia di Sputnik contro la variante Omicron.

 

Il risultato è stato talmente importante per il Cremlino che il 27 gennaio si è meritato un commento di Vladimir Putin in persona: “Il confronto congiunto Russia-Italia sui vaccini effettuati dall’Istituto Spallanzani ha mostrato che il vaccino russo Sputnik è il migliore di tutti nella neutralizzazione di Omicron”. Le istituzioni italiane si sono così prestate a essere uno strumento della propaganda del Cremlino, all’interno di un accordo che non è mai stato chiaro. Tanto che meno di un mese dopo, in seguito all’invasione dell’Ucraina, il Lazio si è affrettato a sospendere la collaborazione con i russi. Ma se l’ente guidato da Nicola Zingaretti deciderà di confermare Vaia, da sempre scientificamente interessato allo Sputnik, magari la cooperazione col Cremlino potrà ripartire. Si spera solo con meno propaganda e un po’ più di transparency.

 



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