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Alfieri (Pd): "Petrocelli? Andremo dalla Casellati. Pronti a dimetterci dalla commissione Esteri"


Link [2022-04-04 16:13:24]



"E' una soluzione che va costruita in questa settimana, Ma con il consenso di tutti, si può fare". Il senatore del Pd Alessandro Alfieri ha capito che l'unico modo per rimuovere Vito Petrocelli, il più putiniano dei parlamentari italiani, dal vertice della commissione Esteri al Senato, è una strettoia senza particolari alternative: dimissioni di massa. Lo farete davvero? "Il primo passaggio è capire se questo è l'orientamento di tutti. Lo possiamo fare solo se ci muoviamo compatti. Dopo di che, ogni singolo gruppo deve comunicare alla presidente Casellati la sfiducia nei confronti di Petrocelli. Solo dopo questi passaggi preliminari necessari si può pensare di dimettersi dalla commissione". Sembra una soluzione teatrale, ma è davvero l'unica strada percorribile. 

Lo abbiamo già raccontato piuttosto nel dettaglio. I regolamenti parlamentari impediscono al presidente e ai componenti di una commissione di essere rimossi d'imperio. Uno dei pochi precedenti evocati, quello della rimozione di Riccardo Villari dalla commissione di Vigilanza sulla Rai, è inapplicabile perché nel caso di quella commissione, che è bicamerale, la nomina del presidente di commissione avviene da parte dei presidenti di Camera e Senato. In sostanza: lì la dimissione dei membri porta automaticamente alla decaduta. Così Petrocelli, il Petrov italiano che solo settimana scorsa ha votato no alla fiducia posta dal governo sul Dl Ucraina e per questo con ogni probabilità sarà espulso dal Movimento cinque stelle, vive una condizione di inamovibilità, che gli consente di andare all'estero a rappresentare il parlamento italiano pur avendo una posizione assolutamente in contrasto con l'esecutivo, che accusa di aver trasformato l'Italia in un paese "co-belligerante". Fortuna che almeno, una delle decisioni prese dalla commissione che presiede, è stato vietargli il viaggio negli Stati Uniti originariamente in programma questa settimana.

Ma, chiediamo ad Alfieri, quella delle dimissioni di massa dei membri della commissione è una intuizione del Pd? "No, perchè la volontà è condivisa da parte di tutti i gruppi. Non è stata certo una nostra iniziativa, ma una sensibilità che ha attraversato le forze politiche che evidentemente vivono con imbarazzo la convivenza con Petrocelli. Chiaramante, la costruzione di questo consenso non può che partire dai Cinque stelle". Che sono il gruppo con cui Petrocelli è stato eletto e in cui formalmente è ancora iscritto; e che forse sono stati un po' troppo timidi nel chiedere il passo indietro. "Ma ho notato che anche loro sono partiti con una batteria di dichiarazioni di forte sfiducia. Credo che interessi anche a loro la rimozione dalla carica". Anche perché lo schema potrebbe portare un grillino a prendere il suo posto. Fatto sta che una soluzione non è propriamente all'ordine del giorno. 

Quanto tempo bisognerà aspettare? "I primi passi ufficiali li avremo già domani sera, dopo la seduta della commissione Esteri. Il percorso però andrà avanti per tutta questa settimana. Come detto, è importante la costruzione di un consenso largo, che riguardi tutte le forze politiche che devono dimostrare il loro dissenso rispetto alla presidenza Petrocelli. Poi bisognerà interpretare i regolamenti parlamentari. Non c'è alcuna strada alternativa". 



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